venerdì 7 dicembre 2012

Io chi?

Niente ego, niente problemi.



Tanti di noi si fanno forti dicendo «Io sono come sono, non m'interessa quello che credono di me gli altri».
Balle.


«Eppure, non c'è altra realtà fuori di questa, se non cioè nella forma momentanea che riusciamo a dare a noi stessi, agli altri, alle cose. La realtà che ho io per voi è nella forma che voi mi date; ma è realtà per voi e non per me; la realtà che voi avete per me è nella forma che io vi do; ma è realtà per me e non per voi; e per me stesso io non ho altra realtà se non nella forma che riesco a darmi. E come? Ma costruendomi, appunto.»
L.Pirandello, Uno, nessuno e centomila.

Noi, affrontiamo la verità, siamo quello che vedono gli altri. Insomma, noi siamo uno, gli altri sono centomila, chi ci vedrà meglio? Possiamo certo darci una forma, ma saremo comunque solo noi a percepirci in quella forma.
Che poi, pensiamoci bene, questa storia dell’essere la realtà che gli altri hanno per noi, non è mica così male. A meno che non abbiamo un ego spropositato e un’autostima inopportuna, gli altri vedranno in noi sempre qualcosa in più dei nostri occhi miopi.
Qualche tempo fa mi sono trovata a parlarne col mio amico El pianista. El pianista è uno di quei tipi multiformi: scrittore, musicista, traduttore, ballerino (ah! dovreste vedere che passi). Ma soprattutto è spassoso. È uno di quelli che solo a vederli pensare ti fanno ridere (ora voi vi starete figurando il Mimmo di Verdone. No, non è così. Ridi perché sai che sta pensando qualcosa che ti farà ridere). Comunque, finito l’elogio che, a sentir lui, non capirà, torno al punto.
El pianista nella sua prima fase europea ha vissuto in Spagna, a Barcellona se non sbaglio. Lì, non conosco i dettagli e non credo che contino, ha suonato in una band. A un certo punto è stato scaricato con una sorta di e-mail “commerciale”, mezzo infame per me, più che comprensibile per lui. Alla sua richiesta di spiegazioni, ecco la risposta ricevuta: «Molto ego. Poca autostima. Cattive vibrazioni.»
Vi state chiedendo anche voi come sia possibile avere troppo ego ma poca autostima? Beh, se trovate una risposta fatemelo sapere.

Non so quale sia stata la sua reazione a caldo, fatto sta che El pianista ha preso queste tre simpatiche critiche e ne ha fatto il suo slogan (ora avete capito cosa intendevo con «è uno di quelli che solo a vederli pensare ti fanno ridere»?) e quindi alla sua voce Informazioni di face book leggiamo:


«Mucho ego, poca autoestima y mal rollo.»



Ora, questo ritrovarsi nelle percezioni degli altri e farne ironicamente il proprio slogan non è certamente la reazione più comune.

Per quanto mi riguarda, raramente condivido le critiche che mi vengono mosse e non solo perché sono permalosa, questa è una delle critiche più gettonate da parte di mia madre, ma soprattutto perché ritengo che siano in qualche modo superficiali. Si fermano all’episodio che le ha scatenate e risultano spesso affrettate, certo non quella del “permalosa”, quella la riconosco e mia madre mi conosce da qualche anno.



Comunque, dopo questa simpatica storiella dello slogan, mi sono trovata a pensare su tutto ciò che mi è stato detto, su tutte le etichette attribuitemi, positive o negative che siano. Chissà quale potrebbe essere il mio slogan.

«Responsabile, tanto matura per la tua età» mi hanno detto fin dai tempi della scuola. «Una bambina viziata» mi disse una volta una coinquilina.

«Dolce e disponibile», «Aggressiva ed egoista». «Quello che cercavo, una donna seria», «Una troia. Sempre stata, solo che non me n’ero accorto», queste ultime sono state partorite dalla stessa equilibratissima mente.

«Credi troppo poco in te stessa», «Pensi sempre di avere ragione». «Maniaca dell’ordine», «Lasci sempre tutto in giro».

«Un sole, sempre sorridente», «Troppo malinconica».



A me è venuto mal di testa e non sono riuscita a cavarne niente che non sia il ritratto bipolare di una 

 «Malinconica bambina viziata, responsabile, ma un po’ troia».


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